Pane_09_03

a cura della redazione 

Il tuo tempo, la tua vita sono nelle mani del Signore

Al centro del racconto del concepimento di Gesù1 c’è la profezia di Isaia: il bambino sarà chiamato Emmanuele, cioè “Dio con noi”. Dio sta facendo i preparativi per la nascita di Gesù. Tutto quello che sta accadendo si svolge nella storia di Israele e secondo la Scrittura. La genea- logia di Gesù che Matteo fa risalire a Davide e ad Abraamo ha un valore programmatico: Gesù è un ebreo; egli è il messia che compie le promesse che Dio ha, da sempre, rivolte al popolo.

Giuseppe si accorge che la promessa sposa è incinta. Così, come deve fare ogni uomo giusto secondo la legge, decide di lasciare la moglie. Ma un angelo del Signore lo ferma e lo rassicura: “Giuseppe non temere (…) ciò che è generato in lei è dallo Spirito Santo”.

L’angelo comanda a Giuseppe di chiamare il figlio Gesù perché è “lui che salverà il popolo dai suoi peccati”. Il nome “Gesù” contiene la spiega- zione del proposito di Dio per il bambino. Gesù, in ebraico, Jeshua (abbreviazione di Jehoshua) signifi- ca “Jahvé è la salvezza”. Il Messia che viene è colui che salva il popolo dai peccati. Gesù si distingue da altri messia che rivendicavano di salvare il popolo dall’oppressione dell’impero, perché è colui che libera Israele e l’umanità dal potere del peccato. L’opera di Gesù rivela che “Dio è benevolmente disposto verso il suo popolo” (Gnilka).

Il versetto 23 «La vergine sarà incinta e partori- rà un figlio, al quale sarà posto nome Emmanuele, che tradotto vuol dire: “Dio con noi”», spiega in una frase quello che Matteo pensa del Messia: Gesù è colui che porta la salvezza di Dio perché compie le promesse annunciate dal profeta Isaia (7,14): “Perciò il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la giovane concepirà, partorirà un figlio, e lo chiamerà Emmanuele”.

Gesù è colui che porta la salvezza di Dio perché rivela che Dio è vicino, ti guida e si prende cura di te, così come scrive il Salmo 23 (Quand’anche cam- minassi nella valle dell’ombra della morte, io non temerei alcun male, perché tu sei con me).

Il tema del Dio con noi percorre tutto il vangelo. Matteo chiude la sua opera ponendo sulle labbra di Gesù Risorto le parole: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente” (28, 20). Il Cristo Risorto richiama alla memoria il Gesù terre- no. Tutta la missione di Gesù si riassume così nella frase: “Dio è con noi”.

Il volantino che trovate al centro de Il Seminatore accosta due affermazioni: “Dio è con noi” con “Il mio tempo sta nelle tue mani”. La seconda frase è una citazione di una predicazione di Karl Barth sul Salmo 31 (versetti 15 e seguenti) pronunciata il 31 Dicembre 1960.2

L’accostamento della citazione di Isaia con la predicazione di Barth aiuta a capire in pratica cosa significa che “Dio è con noi”. Non si tratta di un grido di battaglia con il quale tiriamo Dio nel nostro campo, bensì di una confessione di fede. Cosa diciamo:

Anche quando siamo in una situazione dif- ficile – Maria e Giuseppe lo erano! – non siamo soli. Anche quando siamo circondati dalla morte proviamo a dire a Dio: “Il mio tempo si trova nelle tue mani”.

Il senso della missione di Gesù è quello di mani- festare che Dio è con te, con noi, con l’intera uma- nità di cui Dio non si è dimenticato. Dio ti conosce personalmente: puoi dagli del “tu”. Così come Dio lo dà a te, e ora attende che parli con lui, a lui. Ecco perché Gesù è nato.

Il tuo tempo, cioè il tuo passato e il tuo futuro, sono nelle mani di Dio. La nostra esistenza è l’occasione che Dio ci offre per servire il Signore e il nostro prossimo con giustizia.

Il tuo tempo significa anche la storia della tua vita: tutto ciò che hai fatto oppure omesso e che in futuro farai oppure trascurerai.

Il tuo tempo: le ferite sofferte e quelle arrecate.

Il tuo tempo: tutta la tua vita con quanto sei stato, sei e sarai.

Prova a dire: “Questi miei giorni, Signore, sono nelle tue mani!”.

Il tuo tempo sta nelle mani di Dio. Il tuo tempo non giace in qualche posto come una borsetta che qualcuno ha perduto nel tram o altrove.

Il tuo tempo sta: viene trattenuto. Viene portato. È assicurato. Nulla, proprio nulla di ciò che è avve- nuto, avviene e avverrà, andrà perso, dimenticato, cancellato. Tu sei, tu vivrai, qualsiasi sia il disegno della tua vita, perché la tua vita sta nelle mani di Dio.

Il tuo tempo sta nelle mani di Dio. Non nelle mani di un oscuro, tetro destino ma con Dio. Il tuo tempo non si trova, nemmeno, nelle mani di qual- che grande o piccolo uomo. E la cosa più importan- te: il tuo tempo non sta nelle tue mani.

Le mani di Dio sono quelle del nostro Salvatore

Gesù Cristo. Sono quelle mani che egli ha ben aper- te quando ha gridato: “Venite a me, voi che siete stanchi e affaticati ed io vi darò riposo” (Matteo 11, 28). Sono le mani con le quali egli ha benedetto i bambini; con le quali ha toccato e guarito i malati. Sono le mani con le quali egli ha spezzato il pane e l’ha distribuito ai cinquemila nel deserto e poi, ancora una volta, ai suoi discepoli, prima di morire. Sono infine e soprattutto quelle mani inchiodate in croce per la nostra riconciliazione con Dio. Le forti mani di un padre; le buone, delicate, tenere mani di una madre; le fedeli, soccorritrici mani di un amico; le mani misericordiose di Dio, nelle quali si trova il nostro tempo, nelle quali ci troviamo tutti noi.

Per approfondire:

J. Gnilka, Matteo, Paideia, Brescia, 1990.
D. R. A. Hare, Matteo, Claudiana, Torino, 2006.

1) Matteo 1: 18-25

2) K. Barth, Invocami! Prediche dal penitenzia- rio di Basilea, tr. it. P. Vicentin, Morcelliana, Brescia 1969, pp. 57-68.