evangelizza_05_03di Carmine Bianchi

 

Si può parlare dell’Evangelo agli uomini e alle donne di oggi, usando un linguaggio diverso da quello che comunemente usiamo in Chiesa e che è difficilmente comprensibile a chi non ha nessuna o scarsa cultura biblica? I primi cristiani ci hanno provato, proviamoci anche noi. Il messaggio rimane lo stesso, ma possiamo esprimerlo nei termini di una cultura post-moderna: di seguito un tentativo che potrebbe servire da spunto per una riflessione.

 

Noi annunciamo che un giorno il Signore dell’universo si è avvicinato a noi e ci ha aperto una nuova dimensione di vita. Da allora abbiamo cominciato ad avere fiducia in questo Dio che una volta ci sembrava lontano, distante, solo un’idea molto remota, e che ora improvvisamente è diventato l’elemento fondante della nostra esistenza.

Anche Gesù Cristo, da semplice personaggio storico dell’antichità è diventato il nostro compagno di viaggio, una presenza pregnante nella nostra vita. Lo abbiamo conosciuto come colui che, uomo come noi, aveva vissuto in completa sintonia con Dio fino al punto da essere la via privilegiata per conoscere Dio.

Gesù ha vissuto una vita breve, ma abbastanza per mostrarci che si può vivere in maniera significativa… Gesù è stato rifiutato dagli uomini del suo tempo, è stato ucciso, ma Dio non lo ha lasciato nella tomba, gli ha ridato la vita perché potesse continuare la sua missione, al suo fianco. Gesù ci ha mostrato che essere in sintonia con Dio porta a fare delle scelte significative e coraggiose.

Dopo aver riscoperto Dio nella nostra vita, grazie alla presenza vivente di Gesù, abbiamo capito che non dovevamo più vivere concentrati su noi stessi, pensando a soddisfare unicamente i nostri bisogni, perché noi non siamo stati creati per questo modello di vita che porta alla disperazione. Gesù ci ha mostrato che la soddisfazione più grande a cui possiamo aspirare è quella di entrare in sintonia con il Creatore dell’Universo e, una volta (ri)stabilito questo rapporto, la nostra vita si apre ad una nuova dimensione, acquista un senso mai avuto prima. Allora comprendiamo che possiamo essere noi stessi solo se siamo parte di un progetto più grande che abbraccia ogni essere umano e tutto il creato, che chiamiamo comunemente salvezza: entrare in sintonia con il piano originario di Dio per l’umanità, la riconciliazione di tutto l’universo nel disegno d’amore del suo creatore.

Da quando abbiamo cominciato a capire tutto questo siamo andati alla ricerca di un luogo dove poter vivere e sperimentare insieme ad altri credenti in Dio, questa «nuova via». Lo abbiamo trovato! Questo luogo è per noi come una casa da dove ci eravamo allontanati… Ora ci sentiamo, insieme ad altri, semi di trasformazione del mondo che ci circonda. Questo luogo è aperto a tutti quelli che sono stanchi di vivere un’esistenza vuota che si avvita su se stessa, e vogliono aprirsi alla dimensione dell’eternità.