fiore nella rocciadi Ruggiero Lattanzio

 

 

ris è una giovane donna che sei anni fa ha finalmente avuto il coraggio di separarsi da un marito che, in otto anni di matrimonio, l’ha solo maltrattata e umiliata. Iris, però, sta ancora lottando per riconquistarsi pienamente la propria dignità di donna. Il popolo Rom, del quale lei fa parte, giudica infatti male una donna separata. Iris avverte ogni giorno su di sé il peso di questi giudizi ma non si lascia schiacciare da essi perché sa che c’è qualcuno che, anziché caricarla di altri pesi, l’ha sempre sostenuta nelle difficoltà della vita; qualcuno che, anziché giudicarla, sa comprenderla; qualcuno che, anziché considerarla una poco di buono ed evitarla, l’ha accolta così com’è; qualcuno che, anziché emarginarla, si è ricordato di lei. Il Signore Gesù, nel quale ella ha riposto la sua fede e nelle cui mani ha dato la sua vita, è colui che ogni giorno la sostiene, la comprende e l’accoglie, senza mai dimenticarsi che esiste anche lei:

«Si può essere dimenticati da tutti ma non da Gesù. Lui si ricorda di me.

Si ricordò di me quando venne su questa terra e lavò i piedi ai suoi discepoli, affinché io potessi divenire umile come lo è stato lui.

Si ricordò di me quando tutti avrebbero voluto lapidare una donna, mentre lui la difese.

Si ricordò di me quando tutti si allontanavano dai lebbrosi, mentre lui li toccava e li guariva.

Si ricordò di me quando gli si avvicinò una donna peccatrice, lavò i suoi piedi con le sue lacrime e li asciugò coi suoi capelli. Lui non la scacciò, bensì l’accolse.

Si ricordò di me quando egli aprì gli occhi ai ciechi, affinché anch’io potessi vedere e riconoscere che soltanto lui è la mia luce .

Si ricordò di me quando venne a bussare alla porta del mio cuore per darmi vita eterna, gioia, amore, certezza che un bel giorno sarò con lui.

Ma, soprattutto, si è ricordato di me quando, abbandonato e maltrattato, giudicato, calunniato, rinnegato, tradito, dimenticato, schiaffeggiato, non riconosciuto, preso in giro da tutti, persino nella sua morte lui non mi ha dimenticata ma ha chiesto perdono al Padre da parte mia. 

Questo ha fatto Gesù per me» (Iris).

Credo che, come discepoli e discepole di Cristo, siamo chiamati ad annunciare a tutti i popoli d’ogni etnia e d’ogni cultura che Gesù è venuto a restituire ad ogni essere umano la propria dignità di persona. A ogni donna e a ogni uomo dev’essere rivolta la buona notizia che Gesù è stato mandato da Dio su questa terra «per annunciare la liberazione ai prigionieri, il recupero della vista ai ciechi e a rimettere in libertà gli oppressi» (Luca 4, 18).

Iris ha ricevuto questa bella notizia e oggi è soltanto grazie ad essa che ha ancora la forza di continuare a lottare per vivere la propria vita senza rimanere schiacciata dall’oppressione del giudizio altrui. Iris ha conosciuto la verità, che è Cristo, e la verità l’ha fatta libera.