«Se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna insieme è realtà che comincia». Questo proverbio è citato da Tonino Dell’Olio che lo utilizza come parola chiave sortita dal trialogo inaugurato nel dicembre del 2005, quando le tre più importanti «fedi» del Mediterraneo si sono incontrate a Bari per solcare un cammino comune di liberazione; cammino già intrapreso da ciascuna espressione di fede nel contesto storico, geografico sociale e umano in cui vive. Il forum si propone di mettere in comune pensiero teologico, strumenti e prassi tese a liberare le stesse fedi da tutto ciò che ostacola la piena comprensione ed espressione della volontà di Dio. Le tre fedi, che si riconoscono nell’eredità storica e spirituale abramica, utilizzano la categoria della liberazione nel cui principio trovano la migliore espressione di tale volontà divina che si concretizza storicamente nella vocazione alla pace e giustizia nel mondo, nel conferimento di pari dignità ad ogni essere umano uomo e donna, e che sogna e prepara una terra priva di violenza ed oppressione.
La liberazione è il centro della proposta su cui costruire occasioni, scambi di esperienze e idee tese a liberare il nostro mondo da tutto ciò che opprime e crea miseria, per ridare speranza a uomini e donne che quotidianamente sono afflitti da fatiche e sofferenze e che trovano in Dio non un nemico ma un compagno ed un amico; l’alleato più fedele che propone una nuova realtà.
Il forum di Bari è stato l’inizio della stesura di un nuovo capitolo di un libro scritto da esponenti delle tre religioni monoteiste che, venendo a Bari, hanno lasciato un segno della loro ricca esperienza. Sono innanzitutto credenti «della liberazione» e teologi che in questi anni hanno percepito, accolto la chiamata ad uscire fuori dagli steccati delle religioni per essere cercatori di un «Dio più grande che non si può controllare e monopolizzare», secondo l’espressione usata da Marcello Barros, teologo brasiliano della liberazione.
Chi, come me, ha partecipato al forum ha avuto la sensazione di aver vissuto un incontro ricco di idee, proposte, prassi condivise che vanno oltre l’irenismo del momento e tentano un dialogo fondato nel rispetto reciproco per ciascuna tradizione, considerata qui come via di acceso legittima al mistero divino con la coscienza e l’atteggiamento di non essere l’unica via. Dissipata anche ogni ombra di sincretismo a favore invece di una maturità in grado di rinunciare ai «veli» imposti da tradizioni e culture che impediscono spesso un accesso vero, autentico e nonviolento a Dio. L’auspicio è che il cammino di liberazioni delle fedi del Mediterraneo prosegua nelle chiese, nei luoghi di studio, per le strade di Sibiu (sede della prossima assemblea ecumenica europea) e nei dialoghi interreligiosi.