Dennis Dhlula-da riquadraredi Massimo Aprile

 

Abbiamo rivolto a Dennis Dhlula, presidente della Convenzione Battista dello Zimbabwe, alcune domande.

 

— Quando è nata la Convenzione Battista dello Zimbabwe (BCZ) e quante chiese ne sono membro?

«La BCZ è stata fondata nel 1963 durante un incontro a Kadoma a cui presero parte circa una trentina di chiese, nate dal lavoro del Foreign Mission Board della Southern Baptist Convention (Usa), agli inizi degli anni ’50. Oggi più di 144 chiese battiste sono membro della BCZ, con una popolazione di circa 200.000 membri».

— Lo Zimbabwe è un paese posto dinanzi a molte sfide. In che modo le vostre chiese possono contribuire al benessere del paese? Quali sfide state affrontando?

«Le sfide che abbiamo davanti sono: la disoccupazione, il costo della vita; la pandemia dell’Hiv/AIDS, il numero crescente di orfani e la povertà. La chiesa sta dotando la gente nelle nostre chiese di strumenti per impiantare attività lavorative autonome. Inoltre, le chiese promuovono una sessualità responsabile all’interno della coppia (lett. “la purità sessuale”, ndt.) come modo per ridurre il flagello dell’Hiv/AIDS. La BCZ incoraggia le chiese ad adottare ed assistere almeno 30 orfani per chiesa in modo che possano provvedere loro il cibo, vestiario e un’istruzione».

— Libertà, pace, giustizia e democrazia: considerando le priorità che la Convenzione si è data, in quale ordine le metterebbe? 

«I battisti hanno sempre posto l’enfasi sulla libertà e la democrazia. Le questioni della chiesa non sono controllate da alcun potere o autorità esterna. La Convenzione battista dello Zimbabwe attraverso la sua partecipazione al Consiglio delle chiese dello Zimbabwe e alla Comunione evangelica dello Zimbabwe ha rappresentato una voce per la giustizia e la pace nello scenario politico nazionale».

— Come vede le chiese battiste tra dieci anni? Qual è la visione spirituale che lei condivide con le sue chiese?

«La BCZ ha per i prossimi cinque anni una visione chiamata “2M2010 Vision”. Questa è la nostra sfida alla crescita attraverso attività di evangelizzazione a livello nazionale. I membri delle nostre chiese hanno accolto questa sfida e sono incoraggiati ad evangelizzare e portare al Signore una persona all’anno per i prossimi cinque anni. Noi crediamo che ciò ci farà crescere oltre un milione di credenti entro il 2010».

— Che rapporto c’è tra le chiese cristiane nello Zimbabwe?

«Esiste un rapporto reciproco costruito nel rispetto e nell’apprezzamento delle nostre diversità che si concretizza attraverso la nostra partecipazione nel Consiglio delle chiese dello Zimbabwe e nella Associazione evangelica dello Zimbabwe».

— Quali sono le sue aspettative rispetto alla nuova partnership tra lo Zimbabwe e i battisti italiani?

«Sono entusiasta! Credo che ci sia una grande potenzialità per un arricchente vincolo di fraternità, una fruttuosa immersione culturale per imparare gli uni dagli altri e grandi opportunità per il ministero. Tutto ciò rappresenta una sfida per entrambe le famiglie, l’Unione e la Convenzione zimbabwana: crescere insieme in questa collaborazione che è unica e giunge al momento giusto. Il Signore ha qualcosa di grande per entrambi!».