La nascita di questo numero speciale de «Il Seminatore» dedicato al trentennale del pastorato femminile battista risale allo scorso anno, quando in occasione dell’Assemblea nazionale del Movimento femminile evangelico battista (Mfeb), le delegate delle Unioni femminili hanno dato mandato al Comitato esecutivo del Movimento di nominare una Commissione con il compito di: recuperare e riordinare il materiale esistente sulla storia del Mfeb; raccogliere le testimonianze delle donne delle chiese battiste al fine di preservare la memoria storica del Movimento; infine documentare la presenza e il ruolo svolto dalle donne nella vita delle chiese.
In quella sede la pastora Lidia Giorgi, a cui va il mio ringraziamento, ci ricordava che nel 2012 ricorreva il trentennale del pastorato femminile in Italia. Ecco dunque, l’occasione per cominciare subito il lavoro di recupero di un pezzo importante della nostra storia, non solo storia di “genere”, ma anche storia delle riflessioni teologiche che hanno animato con passione le nostre comunità.
Così, grazie alla passione storica della pastora Giorgi, che aveva custodito importanti documenti che ha poi donato all’archivio del Mfeb, abbiamo interrogato le “carte” di quegli anni. Si trattava di questionari inviati nel lontano 1981 da un gruppo di studenti e studentesse italiani presso il Seminario Teologico Battista di Rueschlikon (Svizzera), attraverso i quali si chiedeva alle chiese di esprimersi sul pastorato femminile.
La reazione delle chiese fu sorprendente. Furono inviati decine di questionari compilati da fratelli e sorelle che espressero i loro sentimenti e il loro pensiero, a volte contrastante, sul tema del pastorato femminile. Seguì anche un dibattito epistolare, a livello nazionale, su chi era contrario e chi invece era favorevole al ministero pastorale femminile, di cui vi è traccia nei numeri del Testimonio di quegli anni.
Seppur ingialliti dal tempo, i questionari e le suddette lettere, restituiscono con freschezza e lucidità il dibattito che ne seguì e che appassionò i nostri fratelli e le nostre sorelle. Vi proponiamo di seguito alcuni stralci di quel dibattito.
Dal fronte del no:
Care sorelle nel Signore,
mi è capitato fra le mani il questionario inchiesta che rappresenta una ingerenza nella vita interna delle chiese perché le domande poste tendono a modificare i concetti e le convinzioni maturate dalla ispirazione della Parola di Dio che è l’unica che può guardarci e correggere. Per questa libertà siamo battisti!
Gesù non chiamò alcuna donna a far parte dei 12 apostoli e successivamente né tra i 70 discepoli. (…)
Caro fratello…,
primo: le sorelle studentesse con il loro questionario concepito dalla loro perplessità, oltre a mostrare di non essere sicure della scelta al pastorato, mescolano i passi biblici con la libertà reclamata dalle “femministe” ponendo delle domande del tutto personali.
Secondo: le opinioni non contano di fronte alla Verità…
Terzo: L’esperienza che stanno facendo le sorelle nel seminario, riguarda esclusivamente loro. Le chiese andavano interpellate prima e non dopo a fatto compiuto. (…)
Settimo… Dapprima abbiamo concesso alla donna la libertà e non velarsi il capo; a prendere la parola durante le riunioni, a vestire abiti maschili, ad avere la stessa autorità del marito nella famiglia, al latente matriarcato ed infine ad aprire la porta al pastorato, facendo dire alla Scrittura ciò che vogliamo.
Ultimo rilievo… Non siamo noi che escludiamo le donne al pastorato ma è Dio!
Con tanta affettuosità fraterna…
Dal fronte del sì:
Ho letto anch’io il questionario inchiesta (…). Gesù afferma in tutto l’Evangelo la dignità della donna. È vero che Gesù non ha mandato nessuna donna nella missione dei 70 e che nessuna donna si trova tra gli apostoli, ma ciò non autorizza a parlare di discriminazione. Probabilmente in quel tempo nessuna donna era matura per quella missione!
Tuttavia, come si fa ad escluderle dal ministero ecclesiale qualora esse siano preparate culturalmente, dottrinalmente e visitate dallo Spirito Santo? Paolo stesso dice che davanti a Dio “non v’è né schiavo, né libero, né maschio, né femmina…”. Escludere oggi le donne dal servizio e dal ministero è soltanto una prepotenza tutta maschilista che non trova posto nello Spirito dell’Evangelo.
Il pastorato femminile che tu rifiuti incominciando dalla Moore, nelle nostre chiese battiste c’era già al tempo delle sorelle Cetorelli e Nesterini. All’inizio del loro ministero non si parlava come oggi di “pastorato femminile” e si ripiegò su una dizione di compromesso “ausiliarie di chiesa” che non significava assolutamente niente, ma in realtà si trattava di un ministero pastorale vero e proprio a pieno tempo e che hanno svolto con soddisfazione delle comunità in cui sono state.
La cultura è frutto del pensiero umano e del substrato storico in cui gli uomini hanno vissuto o vivono. Nessun uomo è fuori del suo tempo o è infallibile. L’importante è che attraverso il dibattito ed il confronto il contenuto della Scrittura divenga sempre più chiaro.
A tanti anni di distanza da quel dibattito appassionato, oggi circa una quindicina di donne, tra pastore in servizio, pastore in prova e studentesse in teologia, svolgono o si stanno preparando a svolgere il loro ministero pastorale presso le chiese battiste sparse sul territorio nazionale.
Al pastorato femminile battista che compie 30 anni è dedicata questa pubblicazione che, oltre ad un’introduzione storico biblica della teologa Elizabeth Green, raccoglie le testimonianze di vita e di fede di 12 pastore. Pur consapevoli della parzialità del progetto, il Mfeb ha voluto con convinzione e entusiasmo dare inizio a questo lavoro di recupero della memoria, lavoro che, ci auguriamo, possa essere foriero di ulteriori scritti e approfonditi studi.
Infine i ringraziamenti.
Alla pastora, amica e sorella Piera Egidi Bouchard va la nostra profonda gratitudine per aver accettato con entusiasmo la proposta che il Mfeb le ha rivolto di raccogliere le storie delle nostre pastore, mettendo a disposizione di noi tutte la sua professionalità di giornalista. Sempre su mandato del Mfeb, Piera è già sulle tracce della presenza e del lavoro di tante generazioni di donne battiste che si sono impegnate in tempi difficili nell’evangelizzazione. Le sue ricerche d’archivio dovrebbero dar vita ad una pubblicazione che vuole essere il segno di gratitudine che come donne battiste rivolgiamo alle nostre madri nella fede, affinché la nostra storia non cada nell’oblìo.
Vorrei inoltre esprimere un sincero ringraziamento: alle 12 pastore, che hanno raccontato le loro storie di vita e di fede; alla giovane artista Irene Papini che con generosità ci ha autorizzato ad utilizzare alcune sue opere come illustrazioni per la rivista; alla redazione de “Il Seminatore” che ha sostenuto il progetto e la realizzazione grafica finale di questo numero speciale. Infine, la nostra gratitudine va a Patrizia Necci la cui professionalità, pazienza e affetto sono state fondamentali per questo lavoro.
Molto ancora c’è da fare, da narrare, da comunicare, da approfondire e da maturare in un processo di crescita comune. Ma, appunto, si cresce insieme nella consapevolezza che solo in questo modo possiamo ancora “raccontare” l’Evangelo, a partire dalle nostre vite e dalle nostre esperienze, in un confronto serrato con tutte le espressioni che il mondo “fuori dalle chiese” ci propone per un cristianesimo che sappia ancora parlare alle donne e agli uomini di oggi.
*presidente del Mfeb