“Se salgo in cielo tu vi sei; se scendo nel soggiorno dei morti, eccoti là. Se prendo le ali dell’alba e vado ad abitare all’estremità del mare, anche là mi condurrà la tua mano e mi afferrerà la tua destra”.
Salmo 139:9-10

Da sempre l’essere umano si è spinto oltre le proprie barriere e oltrepassando l’orizzonte del noto si è proteso verso l’esplorazione dell’ignoto. Che si tratti di orizzonti scientifici o geografici, di montagne, di spazi siderali, o addirittura di regioni dell’anima, la nostra specie ha sempre seguito il suo istinto di “scoperta e di conquista”.

La narrazioni bibliche della torre di Babele e dell’Eden ci ricordano di questa antica aspirazione umana, similmente ai miti senza tempo di Icaro o Prometeo, non mortificando la nostra sete di conoscenza, ma mettendoci in guardia circa la nostra brama di conquista fino a voler occupare il posto di Dio.

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